Accordo transattivo: debito abbattuto del 70%
Grazie all’ accordo transattivo raggiunto da ReAsset, la società nostra cliente ha risparmiato sui c/c e sul mutuo ipotecario ben € 137.000,00.
L’azienda in questione ci contattò nel maggio del 2015 poiché, a fronte di un mutuo ipotecario con diverse rate insolute, e due affidamenti in conto corrente, uno per elasticità di cassa e l’altro per anticipi SBF, aveva ricevuto la lettera di decadenza dal beneficio del termine e la relativa segnalazione di sofferenza in Centrale Rischi.
La posizione finanziaria complessiva ammontava ad € 197.000,00 ca., ed era così divisa:
-€ 142.271,00 a titolo di capitale residuo del rapporto di mutuo ipotecario
-€ 6.891,00 per scopertura anticipazioni SBF
-€ 48.032,00 per scopertura elasticità di cassa
Dalla verifica della documentazione contrattuale relativa ai conti correnti, avevamo rilevato la presenza di diverse “anomalie”, quali anatocismo ed interessi ultralegali.
Era necessario, pertanto, ricalcolare gli interessi creditori/debitori al tasso legale ex art. 117 Tub e ricostruire i saldi finali. Dai conteggi eseguiti, sui conti correnti, il debito si estingueva del tutto.
In relazione, invece, al rapporto di mutuo, avevamo verificato l’applicazione di un tasso reale, che seppur inferiore alla soglia usura, era maggiore a quanto pattuito.
Accertata, con perizia econometrica, la presenza delle anomalie di cui sopra, per la miglior tutela della società cliente non rimaneva che citare in giudizio la Banca.
In corso di causa, il CTU, il consulente tecnico d’ufficio nominato dal giudice, riconosce quanto rilevato dalla nostra perizia.
Avendo riequilibrato così le posizioni banca/cliente e acquisito maggior potere contrattuale, decidiamo di avanzare nell’interesse della società, alla quale sarebbe rimasto un debito, seppur ridotto, per il mutuo ipotecario, una proposta transattiva a saldo e stralcio alla banca.
La trattativa si è conclusa nel migliore dei modi:
La chiusura del debito complessivo di € 197.000,00 ca., con il versamento da parte della società nostra cliente di € 60.000,00.Un ottimo risultato che ha portato all’abbattimento del debito del 70%.
Di seguito alleghiamo copia della centrale rischi che riporta l’ammontare del debito e la relativa segnalazione a sofferenza, ed il documento formale che attesta il raggiungimento dell’accordo transattivo (per motivi di privacy, tutti i dati sensibili sono stati volutamente oscurati).
Ma vediamo cos’è la segnalazione di sofferenza, quali sono le conseguenze e come uscirne.
Cos’è la segnalazione a sofferenza?
Gli Istituti di credito classificano un cliente come debitore in sofferenza e lo segnalano come tale in Centrale Rischi (CR), quando ritengono che abbia gravi difficoltà a restituire il suo debito. Il passaggio a sofferenza presuppone che l’Istituto abbia valutato la situazione finanziaria complessiva del cliente e non si sia basato sul singolo evento, ovvero il ritardo di una o due rate del mutuo.
Pertanto, requisito necessario è il perdurare della situazione economica di difficoltà da parte del debitore nell’adempiere alle proprie obbligazioni.
Tale segnalazione viene registrata nella Centrale Rischi.
Cos’è la Centrale Rischi?
La Centrale Rischi è una banca dati, che riporta la storia creditizia di ogni cliente ed è gestita da Banca D’Italia (leggi la guida CR ).
Banche, società finanziarie e altri intermediari che concedono finanziamenti e/o linee di credito diversificate (o acquistano da altri intermediari finanziamenti a seguito di operazioni di cessioni di crediti) sono tenuti per legge a partecipare alla CR ed a inviare mensilmente per ogni cliente le informazioni inerenti lo stato dei pagamenti, l’ammontare dei debiti, le garanzie rilasciate ecc…
Perché è utile la Centrale Rischi?
La CR fornisce agli intermediari informazioni utili per valutare il merito di credito, cioè la capacità dei clienti di restituire l’importo del finanziamento.
Consultando la CR gli intermediari possono conoscere il livello di indebitamento complessivo dei propri clienti, il tipo di finanziamento ricevuto e la regolarità o meno dei pagamenti. Possono così ridurre il rischio di concedere finanziamenti che poi non vengono restituiti, e quindi impiegare in modo più efficiente le loro risorse.
Sofferenza bancaria conseguenze
Innanzitutto, è bene dire che l’Istituto dopo aver accertato la condizione di sofferenza bancaria, è tenuto ad inviare al cliente debitore una comunicazione formale, nella quale richiede il pagamento del debito complessivo entro 15 giorni dalla ricezione, in mancanza provvederà a segnalare la posizione nella Centrale Rischi di Banca d’Italia.
La sofferenza equivale alla morte finanziaria di un’azienda
Ebbene la sofferenza è la segnalazione più grave che si possa ricevere, in quanto provoca una morsa stringente sul credito: tutti gli Istituti, recepita la segnalazione, saranno tenuti a revocare le linee di credito attive e non potranno concederne di nuove al soggetto debitore.
Oltretutto i crediti dell’Istituto, che ha provveduto a fare la segnalazione, saranno soggetti a protesto, precetto o ingiunzione.
Sofferenza bancaria come uscirne
La sofferenza bancaria dura finchè il debito non viene estinto (ciò significa che il debitore deve aver restituito la somma al creditore), oppure fino a quando il debito non risulta prescritto ( il termine di prescrizione è 10 anni).
Escludendo l’ipotesi di versare l’intero importo all’Istituto, anche perchè difficilmente il debitore disporrà nell’immediato della liquidità necessaria, bisogna innanzitutto affidarsi a dei professionisti del settore, come ReAsset, i quali analizzeranno la posizione e valuteranno le strategie d’azione migliori.
Le soluzioni sono molteplici:
- opporsi al decreto ingiuntivo o precetto, qualora la Banca abbia fatto ricorso dinanzi al giudice per richiedere le somme di cui è a credito;
- aprire una trattativa con l’Istituto al fine di raggiungere un accordo transattivo di saldo e stralcio (saldo e stralcio percentuale),
- citare in giudizio l’Istituto, qualora vengano accertati illeciti bancari -quali usura, anatocismo, spese e commissioni illegittime, interessi ultralegali– al fine di recuperare il mal tolto.
Tali azioni sono finalizzate a ridurre e/o estinguere il debito, condizione questa necessaria per ottenere la cancellazione del nominativo dalla Centrale Rischi.
Certo è, che tale cancellazione avverrebbe in tempi medio-lunghi, tempi che l’azienda non potrebbe permettersi.
Per questo motivo, consigliamo sempre, di anticipare la Banca ed agire prima di vedersi segnalare la sofferenza (blocca la banca).
L’attacco è la migliore difesa
Oltretutto, in sede di verifica contabile eseguita in giudizio (CTU), ad oggi, non è mai avvenuto, mai, che le somme richieste dalla banca corrispondessero al debito reale.
Nei casi in cui non si è arrivati ad un accordo transattivo a saldo e stralcio (saldo e stralcio percentuale), facendo i conteggi, il cliente è andato persino a credito.
Se temi un’imminente segnalazione oppure ti è già stata notificata la relativa comunicazione compila il form che trovi sotto per richiedere una consulenza gratuita ed un supporto tecnico.
Ti ascolteremo con cura ed attenzione, offrendoti, da subito, una guida ed informazioni per aiutarti a risolvere il tuo problema.
Analizzeremo i contratti e la documentazione bancaria/finanziaria al fine di individuare anomalie quali usura, anatocismo ed altre criticità che possono cambiare i rapporti di forza con la banca.
Valuteremo se prendere in carico la tua posizione, cioè se sussistano i presupposti etici e legali per iniziare una collaborazione.
Ti forniremo un preventivo di spese per il nostro intervento, qualora tu accetti formalizzeremo l’incarico.
A cura della Dott.ssa Valeria Re