Si definiscono ultra legali quei passivi, interessi o spese, applicati ad un tasso/aliquota superiore rispetto a quello legale pro tempore vigente ai sensi dell’art. 1284 c.c. Essi non rappresentano un illecito in sé, ma lo diventano quando vengono applicati senza opportuna pattuizione scritta. Il tema dei contratti, della loro esistenza, della loro validità, e del rispetto degli stessi in corso di rapporto è il nostro maggior terreno di scontro con il sistema bancario. La violazione della normativa, da parte degli istituti di credito è la prassi e non di certo l’eccezione.

Il tema della validità contrattuale è un tema molto vasto e complesso e di carattere giuridico; restando al dato tecnico, di nostra competenza, diciamo che, anche in presenza di contratti validi, la banca subito dopo la sottoscrizione varia in autonomia le condizioni iniziando ad applicare i tassi e le spese che preferisce, ciò in violazione alla normativa vigente. L’imprenditore, normalmente, temendo la revoca dei fidi subisce in silenzio.

Un esempio concreto:

A un nostro cliente veniva concesso, nell’ottobre del 2000, da primario istituto di credito, un fido per elasticità di cassa di € 100.000, alle seguenti condizioni:

Tasso debitore 6,50%
Tasso creditore 0,20%
CSM 0,50%

Saldo finale bancario: € 108.008,14

In sede di CTU, la consulenza tecnica disposta dal Giudice, si è appurato che il tasso effettivo applicato al rapporto di conto corrente era stato mediamente del 15,65% con picchi del 43,76%.

Nella ricalcolo dei saldi, applicando le condizioni contrattuali e le norme vigenti, si è ricostruito un saldo finale di € – 15.699,93 con un recupero di interessi, spese e commissioni ultra legali pari ad € 92.308,21.

La banca è stata condannata anche al pagamento delle spese legali.

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